Parti del Vangelo di Matteo e di quello di Giovanni, un Periplo del navigatore Annone, brani di Tucidide, capitoli della Genesi, epistole di Giacomo e Giuda, frammenti di Zoroastro…Tanti preziosi papiri (almeno una trentina secondo gli studiosi), un solo autore: il falsario greco Costantino Simonidis.
In fuga – Simonidis nacque sull’isola di Simi, presso Rodi, nel 1820 o nel 1824. Da ragazzo tentò di uccidere il patrigno e fu costretto a fuggire. Si rifugiò a lungo sul monte Athos, la penisola sacra della religione ortodossa presso uno zio abate in un monastero russo. Fu qui che apprese i segreti dei copisti e si allenò coni suoi primi falsi: testi medioevali, ma anche icone. Poi cominciò a viaggiare: Inghilterra, Francia, Germania, Russia… Nel 1850 si inventò il geografo Eulyros, che spacciò come l’autore di una descrizione di Cefalonia, corredata da 205 mappe da lui “fortunosamente ritrovata”. Cinque anni dopo riuscì a rifilare per 2 mila talleri (che però non incassò mai) 70 fogli di una falsa Storia egizia al classicista Dindorf che li rivendette per più del doppio all’Accademia delle scienze berlinese. Smascherato, fu arrestato ed espulso dalla Prussia e si rifugiò infine in Egitto. Fece credere di essere morto di peste il 19 ottobre1867, ad Alessandria, dove continuò indisturbato il suo lavoro.
Esperto – Simonidis operava con perizia, su manoscritti che cancellava, riscriveva e presentava come sensazionali scoperte. Come scrisse nel 1882 lo storico Jacob Burckhardt, apparteneva però alla categoria dei falsari “spinti da un irresistibile impulso, da un mirabile virtuosismo” più che dalla sete di denaro. Quando morì davvero, pare il 18 ottobre 1890, era povero in canna.
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