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La storia di Roma 4/4

LA VISIONE Dl COSTANTINO

Costanzo Cloro, il «Cesare» di Massimiano, morì nel 306, durante una campagna militare in Britannia. I suoi soldati della Gallia proclamarono « Cesare» suo figlio, Costantino . Nello stesso tempo, il figlio di Massimiano, a Roma, venne pure proclamato « Cesare ». La rivalità fra i due portò inevitabilmente alla guerra. Narra la tradizione che Costantino ebbe una visione celeste in sogno; una voce gli ingiunse di apporre sui labari del suo esercito la sigla cristiana composta delle due prime lettere greche del nome di Cristo. « In quel segno vincerai » fu la profetica frase. Infatti Costantino vinse Massenzio, sul Ponte Milvio.
L’EDITTO DI MILANO

Il trionfo di Costantino su Massenzio segnò il momento della vittoria del cristianesimo sul paganesimo. Costantino, nel 313, a Milano, pubblicò un editto che revocava tutte le leggi di Diocleziano contro i Cristiani. Ad essi venne concessa piena e assoluta libertà di culto; i loro beni confiscati vennero restituiti; le chiese e gli edifici religiosi furono aperti al culto. Proprio da tale editto ebbe inizio la nuova era dell’Impero Romano Cristiano. Le due grandi idee di Cristo e di Roma (la carità e la gloria, lo spirito e la potenza) si fusero in un mirabile accordo, che portarono a una trasformazione universale.

IL SACCO DI ROMA

Nel 401, Alarico, capo dei Visigoti, dopo aver compiuto scorrerie in Macedonia e in Grecia, entrò in Italia. Prese d’assalto la città di Aquileia e si diresse verso Milano, dove risiedeva l’imperatore Onorio, timido e inetto. Questi si rifugiò a Ravenna e, per invidia. fece uccidere Stilicone, il proprio « Cesare », valoroso combattente. Alarico, dopo la morte di Stilicone, tornò nella Penisola, l’attraversò e giunse a Roma. Per porta Salaria fece entrare le sue orde che per tre giorni e tre notti misero a ferro e fuoco la città. Dal tempo dei Galli, mai nessun piede barbaro era entrato a Roma.



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