LA RESISTENZA SUL PIAVE
Nella pianura veneta dilagarono le truppe italiane in ritirata dopo Caporetto, le truppe tedesche che incalzavano e la massa dei profughi; che cercava scampo all’interno. Giunti al fiume Piave, i soldati italiani ripresero fiducia e coraggio. La riva destra del fiume si ricoprì di morti; le acque erano rosse di sangue: ma i nemici non poterono più avanzare. Ricordiamo la Canzone del Piave: «Mai più il nemico faccia un passo avanti!» «E come i fanti combattean le onde ». Con sforzo mirabile, tutta l’Italia fu con i soldati lungo il Piave, inviando nuove truppe, nuove armi, aiuti perché i Tedeschi non tornassero in Italia.
TRENTO E TRIESTE ITALIANE
La prima guerra mondiale, ebbe termine nel novembre del 1918, con la vittoria di Vittorio Veneto. L’Austria fu costretta a chiedere l’armistizio, che fu firmato, il 3 novembre, a Villa Giusti, presso Padova. Nel medesimo giorno, le nostre truppe entrarono vittoriose a Trento e a Trieste. Le città irredenti, che avevano dato martiri alla causa della liberazione (Francesco Oberdan, Cesare Battisti, Damiano Chiesa, Fabio Filzi, Nazario Sauro) erano tornate alla patria. L’Italia aveva i suoi confini naturali sulle Alpi e a Oriente. La Germania, dopo il crollo dell’Austria, firmò l’armistizio l’11 novembre. L’Italia aveva perso 60.000 soldati.
LA MARCIA SU ROMA
La prima guerra mondiale si concluse con la pace di Versailles. All’ Italia vennero restituite le regioni venete. Tuttavia gli anni che seguirono la fine della guerra furono inquieti e pieni di agitazioni di carattere politico ed economico. Fra i molti partiti, uno si affermò, sugli altri, quello dei Fasci di Combattimento, fondato da Benito Mussolini (1881-1945). Per tre anni vi furono, in Italia, tumulti e violenze di piazza; infine i fascisti, guidati dal loro capo marciarono su Roma. L’esercito non li fermò e nemmeno il re Vittorio Emanuele III. Il 28 ottobre 1922 Mussolini, detto « il duce », ebbe l’incarico di formare il nuovo governo.
L’ITALIA IN ETIOPIA
Mussolini, volle dare all’Italia un più grande « respiro » coloniale (fino al 1935 solo l’Eritrea, la Somalia e la Libia erano italiane), sul modello delle altre nazioni europee che traevano, dai possedimenti d’oltremare, floridezza economica. Decise quindi di invadere l’Etiopia la qual cosa suscitò le proteste della Società delle Nazioni, che deliberò di far punire l’Italia con le «sanzioni» economiche. Fu allora che l’Italia perdette l’amicizia delle maggiori potenze europee e si avvicinò alla Germania nazista. Il 9 maggio 1936, i soldati italiani entrarono in Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia. Vittorio Emanuele III fu proclamato «imperatore».
LA GUERRA DI SPAGNA
Era appena finita la guerra contro l’Etiopia che scoppiò, in Spagna, la guerra civile. Ufficiali e militari, guidati dal generale Francisco Franco, si ribellarono al governo repubblicano, succeduto alla monarchia. La rivolta ebbe inizio dal Marocco e continuò nel territorio spagnolo (luglio 1936). La Germania e l’Italia si schierarono dalla parte del generale Franco (che aveva fondato il partito falangista); la Russia e le altre nazioni democratiche appoggiarono i repubblicani. L’Italia, pur indebolita dalla guerra d’Etiopia, contribuì con uomini e armi alla causa franchista. Gli italiani in esilio politico combatterono al fianco dei repubblicani.
L’ITALIA NELLA 2a GUERRA MONDIALE
Fra l’Italia di Mussolini e la Germania di Hitler venne stretto un patto d’alleanza decennale, definito «patto d’acciaio» (1939). Hitler entrò in guerra e l’Italia si trovò impegnata a far parte del conflitto dopo otto mesi di neutralità. Mussolini, persuaso che la guerra lampo sarebbe durata poco e ci sarebbe stata la vittoria, dichiarò guerra alle Potenze occidentali il 10 giugno del 1940. l soldati italiani male armati e mal guidati, combatterono in Africa, in Grecia, in Russia, sui mari e sulle coste. Massicci bombardamenti coinvolsero anche le popolazioni civili.
GLI ITALIANI IN RUSSIA
Nel giugno del 1941 Hitler, ritenendosi minacciato, attaccò di sorpresa la Russia, fino a quel momento alleata con la Germania. Con cinque battaglie, i soldati tedeschi riuscirono a conquistare una parte del territorio russo. Ma i Russi, dopo le prime sconfitte, fermarono l’avanzata nazista e passarono all’offensiva. L’Italia dovette inviare molte sue divisioni a combattere nelle gelide pianure della steppa russa. Mal coperti, male equipaggiati, i soldati italiani furono sottoposti a grandi privazioni e fatiche. Molti furono i morti e i dispersi.
LA GUERRA: DISTRUZIONE E MORTE
Durante la seconda guerra mondiale non vi fu continente che non fosse toccato dalla sua ala di distruzione e di morte. Furono distrutte molte città, furono uccisi milioni e milioni di uomini sia soldati che civili. I mezzi più moderni, le armi più potenti, furono impiegati per annientare le forze avversarie, senza risparmio di colpi. Per terra, furono usati massicci e giganteschi carri armati, bombe speciali, lanciafiamme; nel cielo saettarono aerei sempre più veloci, sempre più amati; sul mare furono usate corazzate, portaerei, siluri sottomarini muniti di radar.
LA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE IN GIAPPONE
La seconda guerra mondiale terminò in Italia nell’aprile del 1945, in Germania in maggio. Le truppe Alleate (russi, inglesi, americani, francesi) occuparono tutta la Germania. In Giappone la guerra continuò ancora. fino in agosto; cioè fino a quando gli Americani non decisero di far scoppiare la prima bomba atomica. per indurre i Nipponici a chiedere la pace. L’atomica fu gettata su Hiroshima. Le conseguenze di quello scoppio: su una popolazione di 137.297 abitanti, ne morirono 78.150; 37.425 furono feriti; 13.083 dispersi; le case furono rase al suolo per un raggio di 2 km.
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