«Costruire, significa collaborare con la terra, imprimere il segno dell’uomo su un paesaggio che ne resterà modificato per sempre… Quanta cura, per escogitare la posizione esatta di un ponte o di una fontana…Costruire un porto, significa fecondare la bellezza di un golfo… ricostruire significa collaborare con il tempo nel suo aspetto di «passato», coglierne lo spirito o modificarlo, quasi, verso un più lungo avvenire…» scriveva Marguerite Yourcenar nel suo capolavoro “Memorie di Adriano” pubblicato nel 1951 dopo più di venticinque anni di gestazione. Con questa citazione di un Costruire che significa incidere sullo spazio e di un Manutenere che significa incidere sul tempo, l’Amministratore Delegato di RFI, Maurizio Gentile, introduce, dopo l’intervento del Presidente di Anceferr, Pino Pisicchio, il seminario “Ambiente, risparmio, sicurezza, sviluppo” – svoltosi a Roma il 27 febbraio scorso, presso lo Spazio Eventi del Roma Life Hotel di via Palermo 10 -organizzato dall’Associazione Nazionale dei Costruttori Ferroviari Riuniti, ANCEFERR, in collaborazione con il Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, CIFI, e con il patrocinio dell’Associazione delle Organizzazioni di Ingegneria, di Architettura e di Consulenza Tecnica-Economica, OICE.
Ed è vero che la terra necessita di attenzione, perché se non la modelliamo in sintonia con la sua essenza, se non la trattiamo con delicatezza e rispetto, se non percepiamo i suoi segni, le avvisaglie dei suoi cedimenti, allora non siamo in grado di far fronte agli eventi catastrofici – non sempre prevedibili – che sono il suo estremo messaggio ad una trasformazione del territorio incurante dell’ambiente.
E le linee ferroviarie – perché su di esse verteva il tema principale dell’incontro – che si inseriscono tra pianure e colline, tra alte montagne e scarpate scoscese, tra zone antropizzate e percorsi a strapiombo sul mare, sono soggette a fenomeni di deterioramento che possono incidere sulla funzionalità della linea stessa, ma anche determinare veri e propri disastri che coinvolgono il territorio e gli stessi passeggeri. E la manutenzione delle opere vetuste è una necessità da sostenere per la sicurezza dei loro fruitori. Da sempre, infatti, le Ferrovie del mondo – e quelle Italiane in particolare – sono particolarmente incentrate sul tema della sicurezza.
Ecco perché i Costruttori e i Progettisti, uniti nel comune disegno di monitorare il territorio per prevederne i rischi, hanno invitato il Management della Rete Ferroviaria, la classe politica e i tecnici connessi al mondo dell’Ingegneria per affrontare le criticità del nostro Paese.
Pisicchio ha evidenziato, infatti, come le 58 imprese iscritte all’Associazione si fossero dotate di attrezzature all’avanguardia proprio per riuscire a realizzare le opere o a manutenerle evitando interferenze con il traffico ferroviario. E ha fatto notare come l’obsolescenza delle Infrastrutture italiane comportasse almeno 600.000 situazioni di rischio da tenere sotto osservazione.
Era proprio Gentile, in veste anche di Presidente del CIFI, che argomentava sulla necessità di “guarire e curare” l’infrastruttura, nel senso di intervenire a rimuovere le situazioni di “malattia” – pericolo -, presenti nelle infrastrutture e poi prendersene cura attraverso un monitoraggio incessante e attento ai segnali della terra e delle strutture su di essa costruite.
Un filmato trasmesso dopo la presentazione dell’incontro mostrava le lavorazioni necessarie in ambito ferroviario, le complesse operazioni di costruzione, di manutenzione e le sofisticate attrezzature con cui si è soliti intervenire per limitare i pericoli legati alla esecuzione delle opere.
L’impatto di tali immagini non è sfuggito al moderatore della Tavola Rotonda che si è svolta nella mattinata, il giornalista noto conduttore del TG1 Rai, Francesco Giorgino, che ha guidato l’incontro in modo davvero stimolante. Prima di dare la parola ai relatori ha messo in rilievo quanto le immagini fossero impattanti ed evidenziassero la multidisciplinarità degli interventi sulle Infrastrutture ferroviarie, essendo il linguaggio delle immagini molto più antico ed efficace di quello della parola. Possiamo essere perfettamente d’accordo con questa sua affermazione sapendo che sono stati trovati reperti datati a 70.000 anni fa, che dimostrano l’evidenza di un pensiero simbolico, mentre la nascita della scrittura ha soltanto 7.000 anni circa, quindi è relativamente giovane e meno efficace.
Alla tavola rotonda del mattino dal titolo: “Infrastrutture: impegni, strategie e investimenti”, hanno partecipato: Deborah Bergamini (Vicepresidente Commissione Trasporti Camera dei Deputati), Stefano Cianciotta (Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Infrastrutture di Confassociazioni), Tommaso Edoardo Frosini (Vicepresidente Consiglio Nazionale delle Ricerche), Maurizio Gentile (AD di RFI, presidente CIFI), Eduardo Rixi (Viceministro Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), Gabriele Scicolone (Presidente OICE).
Giorgino ha reso viva la conversazione con le sue domande significative per i temi trattati, per le risposte dei relatori, per l’organizzazione dei tempi e degli spazi di comunicazione.
Da giocoliere delle parole, ha messo in luce la complessità delle parole chiave dell’incontro e la necessità di creare un’occasione di verifica annuale della situazione. Questo consentirebbe di riuscire ad intraprendere una strada completamente diversa dalle azioni del passato, incentrata sull’utilità degli investimenti e sulla qualità delle opere.
Sul tema della Sicurezza, Gentile, ha messo in evidenza come Ferrovie investa moltissimo tendendo asintoticamente ad essa, ma sapendo di non raggiungere mai la perfezione, visto che si tratta di un processo sempre perfettibile.
Inoltre, ha fatto rilevare la necessità di effettuare sempre una valutazione dei costi delle opere non solo di realizzazione, ma anche di manutenzione e di dismissione, in modo che una volta realizzata l’opera non sia abbandonata a se stessa per mancanza di fondi. Poter intervenire, appunto, nel tempo per la “cura” dell’infrastruttura consente di allungarne la vita utile.
A questo scopo RFI ha costituito un Sistema di Qualificazione dove ha inserito un ampio ventaglio di Ditte dotate di mezzi specifici per operare sulla linea in esercizio. Selezionare la qualità delle Imprese a monte ha consentito di controllare prima i requisiti di qualità necessari velocizzando, poi, anche i tempi di Gara.
Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, economici e politici espressi dai vari interlocutori ( per chi volesse approfondire è disponibile il video messo a disposizione da Radio Radicale), facciamo diventare stimolante la domanda che Giorgino ha posto al Presidente dell’OICE Scicolone, vale a dire quanto sia importante l’approccio dei Progettisti per realizzare opere utili ed efficaci.
Scicolone ha posto l’accento sulla “Centralità” del Progetto nella Costruzione di un’opera perché essa dipende dalla bontà del Progetto. Oggi è opportuno che la visione del Progettista si trasformi, perché le opere sono sempre più complesse, vanno affrontate con tutti gli strumenti disponibili, con l’ausilio delle migliori tecnologie informatiche, dei“Big data” a disposizione. Le Costruzioni dovrebbero essere progettate in relazione ai futuri utilizzatori, con un orientamento specifico per questi cittadini e per le loro esigenze, con una conoscenza di tutti gli scenari possibili e dei cambiamenti in atto, in modo da realizzare opere che non siano obsolete già prima di essere messe in esercizio.E per far questo, come abbiamo scritto nel volume “Ingegneria Elevato n” (2017, Edizioni “dei Merangoli”) io e mio fratello Maurizio Boi – Vicepresidente dell’OICE – il progettista non si può più permettere di operare in modo solitario pretendendo di possedere tutte le competenze, ma deve mettere a disposizione le proprie conoscenze in un mondo ricco di altre professionalità. È fondamentale velocizzare i processi di costruzione o di intervento manutentivo perché nell’evoluzione esponenziale delle tecnologie, una soluzione può essere velocemente soppiantata da una migliore. Le tecnologie a disposizione sono sempre più sofisticate, i tecnici del settore sempre meno onniscienti e più specializzati, ne consegue che occorrono modelli organizzativi più moderni basati sulle «Community, sulla Collaborazione di massa e sull’Intelligenza Collettiva», operando attraverso le tecniche di Ingegneria Collaborativa, utilizzando efficaci e specifici strumenti operativi, come «il Building Information Modeling (BIM), la Stampa 3D, la Robotica e il Virtual Assistant applicati all’ingegneria».
E proprio un approccio professionale di tipo collettivo sembra essere quello dell’Ing. Gabriele Miceli (Responsabile ETS Ingegneria – Membro OICE), che introduce e modera la sessione pomeridiana della giornata, dal titolo: “Infrastrutture: diagnosi e cure”, e lo spirito dei relatori intervenuti.
Gabriele Miceli, nel suo intervento, ha espresso la necessità di dedicare risorse non solo alle nuove costruzioni, ma di destinare maggiori investimenti alle Infrastrutture esistenti costruite a partire dagli anni Quaranta del XX° secolo e che mostrano i segni dell’età. Si parla di circa 17.000 Km di linee ferroviarie in esercizio, di cui 1.500 Km ad Alta Velocità e di oltre 2.000 Stazioni con Servizio Viaggiatori. Su tali linee esistono circa 1600 Km di Gallerie e oltre 14.000 opere inserite nella categoria di Viadotti, Ponti e Sottovia.
Anche l’ANAS, dal canto suo, gestisce e controlla una Rete di circa 30.000 Km, con quasi mille Km di Gallerie e oltre 4.000 opere da monitorare, tra ponti, viadotti, gallerie ed opere idrauliche maggiori.
Le criticità sono i rischi di frana e il dissesto idrogeologico, con percentuali di rischio molto elevato e con oltre 7.000 comuni italiani coinvolti nelle zone ad alto rischio.
La tragedia di Genova e i contenuti del Decreto-Legge 109 all’esame parlamentare, ha posto l’attenzione sulla necessità di monitoraggio delle Infrastrutture in tutte le loro componenti e in particolare sulla “Istituzione della Agenzia nazionale per la sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture stradali ed autostradali” e sull’“Istituzione dell’Archivio informatico nazionale delle Opere Pubbliche”, utile per identificare e collocare nel territorio ogni singola opera del nostro Paese. L’obiettivo è di riunire tutti i dati e le informazioni a disposizione creando una sorta di fascicolo virtuale dell’opera stessa utile ai Progettisti.
Attraverso l’integrazione di questi strumenti con i materiali innovativi, con le potenzialità del BIM, di “Internet of Thing”, della possibilità di utilizzare sofisticati “devices” per il rilevamento dei parametri di rischio, si possono monitorare le opere in maniera sempre più efficace: sia ANAS che Ferrovie si stanno attrezzando per fornire, in questo senso, una nuova chiave di sviluppo al Paese.
L’Ing. Massimo Iorani (Responsabile Direzione Produzione di Rete Ferroviaria Italiana) ha esposto i metodi e gli strumenti utilizzati da RFI per effettuare la manutenzione della Rete sintetizzando i concetti chiave della giornata e mettendo in luce la complessità organizzativa e i perditempi dovuti all’eccesso, alla rigidità e alla difficoltà di applicazione delle troppe norme a cui occorre uniformarsi, a volte contradditorie, spesso volte alla diffidenza e alla punizione piuttosto che a rendere più agevoli e veloci i lavori. Ha posto anche l’accento sulla necessità di strumenti contrattuali snelli ed efficaci per poter intrattenere con le imprese costruttrici dei rapporti chiari e non conflittuali, in modo da evitare le lungaggini burocratiche dei contenziosi. Per questo RFI si avvale degli Albi di Ditte e Società di Ingegneria Qualificate dotate di tutte le attrezzature e le competenze necessarie per lavorare in sicurezza a favore degli utilizzatori e con la capacità di intervenire nell’immediatezza. Poiché le Infrastrutture sono datate, per RFI è più importante la manutenzione della Rete piuttosto che la costruzione di nuove opere. Si tratta di monitorare continuamente ogni elemento dell’infrastruttura che possa cedere per eventi atmosferici o simici, per dissesti idrogeologici o semplicemente per effetto dell’usura, delle vibrazioni dei treni che si muovono avanti e indietro sui binari o per l’usuale vetustà condotta dal tempo. Il legislatore è spesso distaccato dai problemi concreti di chi deve continuare ad offrire un servizio, mentre costruisce, mentre effettua manutenzioni ordinarie e straordinarie, garantendo sicurezza e puntualità. E di certo le riduzioni dei finanziamenti sulla manutenzione è un fatto allarmante, in quanto si ribadisce che è proprio la capacità di “cura” che contribuisce ad aumentare la vita utile delle opere.
I successivi relatori si sono occupati di argomenti specialistici che non abbiamo lo spazio per trattare in questa sede. In sintesi: Mattia Crespi (Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale a “La Sapienza” di Roma, Ordinario di Geodesia e Geomatica), ha presentato i metodi e gli strumenti disponibili per il monitoraggio della Rete; Davide Pellegrino (Leica Geosystems) ha spiegato come il “Mobile mapping”, un avanzato sistema di mappatura, risulti essere uno strumento funzionale alla progettazione delle infrastrutture; Francesco Focacci (e-Campus) ha parlato dei materiali innovativi oggi disponibili sul mercato; infine Anna Osello (Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica del Politecnico Torino) ha trattato l’importanza e l’utilizzo del BIM nell’ambito delle Infrastrutture Ferroviarie.
La manifestazione – sponsorizzata da “Leica Geosystems”, “Ruregold” e “ Systema” – si è svolta in un clima di partecipazione e collaborazione, in una sala gremita, raggiungendo l’obiettivo di diffondere una maggiore consapevolezza culturale – tra gli attori che operano nel settore – sui moderni metodi di diagnosi, progettazione e realizzazione di soluzioni tecniche volte al ripristino delle Infrastrutture del Paese.
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