Re di Argo, figlio di Tideo. Il più valoroso dei greci, dopo Achille, nella guerra di Troia, dove compì molte famose imprese.
Si narra . . .
Le onde, altissime, sbattevano la nave come un fuscello. Diomede pensava: la collera degli dei l’avrebbe perseguitato per sempre? Si,era vero: aveva osato scagliarsi sugli dei che proteggevano i troiani… Lui aveva ferito la mano delicata di Afrodite; lui aveva colpito Ares, dio della guerra, con tale forza da farlo stramazzare dal carro…
La tempesta infuriava sempre di più. I cavalloni travolgevano uomini e cose sulla nave semidistrutta. Diomede credette di percepire una voce non umana nell’urlo del mare: «Se non combatterai più chi amo, perdonerò!». Ora la tempesta si era placata; i naufraghi intravidero all’orizzonte una terra verde di piante. «Siamo salvi! È la costa dauna!» Diomede mentalmente promise: «Non combatterò più chi ami, divina Afrodite!». E mantenne la promessa: accolto in Daunia, combatté col re Dauno contro i Messapi, ma si rifiutò di aiutarlo a scacciare il principe Enea che, esule da Troia, era arrivato come lui in Italia in cerca di una nuova patria. Così Diomede fu uno dei pochi conquistatori di Troia a concludere m pace la travagliata esistenza. In Italia dicono, fondò Brindisi, Benevento, Canosa…
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